Palazzo pinto corte d

Accanto al Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana - nel cuore del centro storico di Salerno - sorge Palazzo Pinto che risale alla seconda metà del XVII secolo quando i Pinto, antica famiglia patrizia tra le più danarose della città, insieme ad un’altra - quella dei Cioffi -, erano riusciti a porre solide basi in un sistema di gestione del potere trasversale attraverso un’astuta e ben congegnata politica finanziaria. Commerci, appalti di dogane in varie città, banche un po' dovunque:  non si lasciarono sfuggire alcuna occasione per incrementare la loro già intensa e florida posizione economica diventando una delle famiglie più ricche della città e della provincia.

Il palazzo, che dal punto di vista architettonico aveva un impianto originario medioevale, fu interessato nel corso dei secoli da modifiche attraverso l’accorpamento di strutture adiacenti che lo trasformarono in un’ elegante residenza nobiliare. Da menzionare lo stemma della famiglia che campeggia sulla volta del portale d’ingresso mentre all’interno si diparte un’ampia scala seicentesca che porta ai due piani superiori.

La struttura fu sede della famiglia Pinto fino agli inizi del secolo scorso quando, morto l’ultimo discendente, per testamento il palazzo venne ereditato dal Comune e dell’Amministrazione Provinciale. 

Alla valenza storica legata alla famiglia Pinto si unisce l’importanza della struttura dal punto di vista culturale perché a partire dal 1910 e fino al 1961 essa fu  sede della Biblioteca Provinciale – Salerno fu la prima provincia d’Italia ad istituire una biblioteca pubblica nel 1843 –. Molto prezioso tra l’altro è, nel patrimonio librario della Biblioteca, il Fondo Pinto per le 234 pergamene e i manoscritti, tra cui quello cosiddetto Pinto “Famiglie nobili delli tre Seggi di Salerno”, originale della fine del secolo XVIII.

La continuità dell’importanza culturale di Palazzo Pinto si conferma a partire dal 2001 quando diventa la sede della Pinacoteca Provinciale il cui patrimonio e nucleo storico è costituito oltre che naturalmente dalla Collezione Pinto - che fece parte della donazione - anche dal recupero di opere databili dal XV al XVIII secolo e da dipinti – per la maggior parte della seconda metà dell’Ottocento-primi del Novecento – acquistati dall’Amministrazione provinciale. Tra le opere pittoriche più importanti della Pinacoteca è da ricordare il Polittico di Buccino, recuperato nel 1928 nella Chiesa Comunale di Sant’Antonio Abate di Buccino, che rappresenta la prima opera documentata di Andrea Sabatini, detto Andrea da Salerno, definito - dal biografo settecentesco Bernardo De Dominici - il “Raffaello di Napoli” che fu tra i maggiori pittori rinascimentali dell’Italia meridionale  e che lavorò con il pittore marchigiano nelle Stanze del Vaticano.

Dimora di una famiglia nobiliare, sede della Biblioteca più antica d’Italia, mostra permanente di opere d’arte: Palazzo Pinto rappresenta uno degli esempi più evidenti del mirabile connubio tra storia e cultura della città di Salerno.

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