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Nell’ultimo anno e mezzo, il Metaverso ha rappresentato uno dei temi più caldi e, come spesso accade in ambito tecnologico, ha vissuto di eccessi nell’opinione pubblica prima di essere accettato per quello che realmente rappresenta.

All’inizio sembrava un ambiente misterioso da guardare con sospetto, poi è diventato l’ambitissima pietra filosofale del web e, solo, dopo diverso tempo, e diventata un’opportunità da conoscere per poterne capire l’effettiva (eventuale) utilità. Lo stesso iter verificatosi per i bitcoin, l’intelligenza artificiale e varie altre innovazioni per le quali, come è peraltro giusto, il reale valore è stato compreso solo dopo mesi o anni di utilizzo.

Oggi, appunto, il Metaverso è meno oscuro come entità, ma resta un’area in cui pochi sanno entrare e, soprattutto, con molte potenzialità ancora da cogliere. Wonderlab, tra i pionieri (almeno in Italia) della realtà virtuale, ha da tempo iniziato l’esplorazione di questo mondo e delle opportunità che può offrire, riscontrando, d’altra parte, una scarsa presenza e prontezza nel tessuto imprenditoriale nostrano, ancora troppo legato alla comunicazione e all’immagine tradizionale.

Approdare tra i primi in una tecnologia che, inevitabilmente, continuerà a crescere, significa essere preparati quando il Metaverso sarà, come è probabile che diventi, il terreno su cui si concentreranno molte delle comunicazioni e interazioni, soprattutto in ambito B2B.

Nuove tipologie di giochi e di interazioni, metodologie di formazione innovative, strategie di comunicazione immersive, esperienze coinvolgenti, queste sono solo alcune delle possibilità che si aprono davanti, e decine di altre ne verranno, probabilmente aprendo a business totalmente basati sul Metaverso, dai patrimoni mobiliari e immobiliari virtuali alle forme di arte digitale, passando per il marketing e persino, inevitabilmente, il sesso o i mercati illegali. Senza guardare alle estremizzazioni deprecabili, comunque, resta il fatto che, come ogni evoluzione potenzialmente rilevante, cavalcarla prima che si diffonda porta un vantaggio competitivo difficile poi da colmare. La strada però è già tracciata e il confine tra essere trainanti o sperare di essere trainati passa, probabilmente, per questi primi mesi del 2024.

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