Calcio innovazione futuro

Euroscienze, big data, biomeccanica, realtà virtuale, scansioni 3D: le frontiere della preparazione degli atleti nel mondo del calcio sono tracciate. Campi da esplorare su cui risiedono ampie aspettative per migliorare le prestazioni dei calciatori e su cui si stanno concentrando ingenti investimenti delle società di calcio e degli istituti di ricerca. Un chiaro esempio di questa nuova tendenza giunge dall’Inghilterra. Liverpool, per la precisione. Epicentro e precursore del nuovo che avanza, l’allenatore dei reds Jurgen Klopp ha già sviluppato un programma di training neuroscientifico che aiuta i calciatori a controllare la testa "quando conta di più". Si tratta di un percorso basato sulle neuroscenze, che consiste nell’applicazione di quei meccanismi che sottendono il funzionamento del cervello e del sistema nervoso, anche in relazione a diverse funzioni cognitive. 

Sulla carta, però, gli inglesi non sono i precursori della futuristica visione degli allenamenti del futuro. L’Hoffenheim, squadra di prima divisione tedesca, ha dato lezioni di lungimiranza nel binomio sport e tecnologia. Partiamo dal presupposto che i Big Data migliorano le prestazioni sportive. Il lavro della società tedesca parte dall'obiiettivo di frazionare ogni singola azione per trasformarla in numeri e statistiche da analizzare: stiamo parlando di Big data analytics, ovvero il processo di raccolta e analisi di grandi moli di dati per estrarre informazioni. Ed è proprio grazie all'uso di strumenti innovativi messi a disposizione dalla tecnologia che i club e gli allenatori sono in grado di esaminare i risultati dei propri atleti e degli avversari (studiando le eventuali contromosse da applicare), migliorando la pianificazione di allenamenti già specifici. Lo scopo è quello di optare non tanto per l’atleta migliore quanto per l’atleta giusto, il professionista che occorre schierare in un determinato contesto e momento. La scelta quindi, come detto in precedenza, ricade sul giocatore che in una determinata situazione risulta più efficiente di un altro.

La realtà virtuale è ormai diventata uno strumento tecnologico a disposizione dei calciatori e dei club d’élite. I sistemi di realtà virtuale permettono di ricreare ambienti tridimensionali in cui gli atleti si possono immergere per simulare situazioni di allenamento o di gara. I movimenti dell’atleta vengono poi registrati da sensori che forniscono feedback relativi alla posizione del corpo. Nel recupero da un infortunio sportivo vi è una fase in cui il calciatore può ricominciare a praticare i movimenti tipici del gioco, ma deve ancora evitare di colpire il pallone o deve preservarsi da contrasti con altri giocatori. In questo caso, la realtà virtuale permette al giocatore di essere immerso in una situazione di allenamento (o di partita simulata) e di riprendere la pratica di certi movimenti senza incorrere in recidive. L’uso della realtà virtuale nella fase di ritorno alla pratica può velocizzare significativamente i tempi di recupero.

L’elettrostimolazione può essere una valida alleata in combinazione con l’allenamento regolare di un calciatore. Avvalendosi di impulsi elettrici a bassa frequenza, si va a influenzare in modo involontario il muscolo mantenendolo in allenamento costante. La contrazione involontaria del muscolo spinto dall’impulso generato dall’elettrostimolatore va a imitare in effetti la contrazione volontaria generata dall’allenamento. Quindi i trattamenti di elettrostimolazione possono aiutare un atleta o uno sportivo in generale.  

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